domenica 16 febbraio 2014

Whatsapp, ti amo e poi ti odio e poi ti odio


Whatsapp.

Lo strumento piú diabolico da quando hanno messo in commercio gli smartphone.
Tutti lo abbiamo, tutti lo usiamo e, chi piú chi meno, tutti ne siamo dipendenti.
Quel meccanismo malato racchiuso nelle frasi 'visualizzato alle..', 'ultimo accesso alle ..' E quel doppio visto che puó cambiare il mood di una giornata o di una serata peggio della sindrome premestruale.
Per ovviare alla tragedia dell'ultimo collegamento alle.. abbiamo rimosso l'orario d'accesso a Whatsapp, sacrificando l'opportunitá di vedere l'ora in cui il nostro beniamino o beniamina si collega pur di mantenere un po' di sanezza mentale e non vivere in uno stato comatoso di stalking. (E se proprio stai morendo, chiedi ad un'amica di controllare. Lei capirá, senza fare domande, il perché di tanta disperazione.) 
Dopo una serie di eventi tragicomici che vanno avanti ormai da Maggio 2013, è giusto che la sottoscritta si sia presa l'onere di stabilire delle regole per questa macchina da guerra che miete piú feriti di una Molotov.
Ebbene possiamo riassumere il tutto dicendo che: su Whatsapp ci scherzi, ci giochi, condividi foto, ci messaggi amichevolmente e se proprio non resisti mandi note audio.
Concedo la possibilitá di intraprendere piccoli corteggiamenti su Whatsapp, precisamente corteggiamenti primordiali.
Quando si supera questo step, Whatsapp per un po' dovete dimenticarlo. Eh sí perché se avete il piacere di raccontare qualcosa a qualcuno/a con cui vi sentite (insomma che vi piace) superate l'imbarazzo che il 21º secolo ha creato ingiustamente donandoci tutta questa tecnologia, e CHIAMATE!
Esatto! 
Digitate i numeri nel tastierino, cercate il contatto in rubrica e premete sul tastino verde.
Accadrá qualcosa di magico, mistico> dall'altro lato riceverete un pronto imbarazzatissimo, ma 10 secondi dopo riderete complici al telefono.
Perché ce le siamo dimenticate queste cose?
Abbiamo smartphone che potrebbero prepararci anche il caffé zuccherandolo a piacere, ma abbiamo messo da parte la loro funzione primaria: la possibilitá di effettuare chiamate.
Cerchiamo promozioni assurde per ottenere mille milioni di minuti dai nostri gestori telefonici, per utilizzarli poi per fare solo chiamate lavorative o con gli amici di sempre.
Dovremmo fare tutti un passo indietro e passare da modalitá iPhone a modalitá Nokia 3310, tramite il quale potevi chiamare, mandare sms (che hanno piú peso e significato morale di Whatsapp) e fare squilli quando pensavi ad una persona.

Non si puó utilizzare Whatsapp per dichiararsi, per invitare qualcuno ad uscite importanti, per litigare, per lasciarsi, per rifarsi vivi dopo mesi di silenzio.

Si chiama, si parla, ci si ascolta e non si entra in quel turbine di fraintendimenti dovuti al fatto che il testo scritto non ha tono e a volte le intenzioni non sono chiare ed esplicite.

Da oggi se volete dirmi qualcosa di importante, dimentichate che io abbia Whatsapp. Non vi risponderó nemmeno.
Mandate lettere, email, sms, piccioni viaggiatori, telegrammi, raccomandate con ricevuta di ritorno, chiamatemi, stressatemi a forza di sentire squillare il telefono, ma non scrivetemi su Whatsapp.
Spero di essere stata chiara e non di aver tratto in inganno nessuno, perché stranamente sono laMari piú seria di sempre.

Cronache rosa di una Mari perplessa.